mercoledì 20 settembre 2017

Odwalla e Baba Sissoko: “Ancestral Ritual” [Autoproduzione, 2017]

Registrato dal vivo al Teatro Giacosa di Ivrea, “Ancestral Ritual” (Autoproduzione, 2017) è il nuovo album di Odwalla, la storica formazione, attiva dal 1989 e guidata dal percussionista e compositore Massimo Barbiero, che in questo nuovo episodio artistico si avvale della partecipazione di Baba Sissoko e Gaia Mattiuzzi
Primitivismo e ricerca
Realtà in continua evoluzione, pronta nell’accettare nuove direzioni espressive ed estetiche, anche nel nuovo album “Ancestral Ritual” Odwalla non tradisce il proprio senso di esistenza, andando a innestare nelle sue trame formali due elementi capaci di ampliarne visioni e prospettive come Baba Sissoko, voce e tamà, e Gaia Mattiuzzi, voce e campionamenti. Si tratta di una registrazione effettuata dal vivo, dimensione nella quale l’ensemble si identifica con maggiore aderenza, al Teatro Giacosa di Ivrea, e che determina un nuovo passaggio evolutivo verso scenari inattesi ed eventuali, come ci ha confermato Massimo Barbiero, fondatore e leader di Odwalla: «Credo si tratti di un CD diverso dai precedenti, molto diverso, motivo per il quale abbiamo deciso di pubblicarlo. Le composizioni in scaletta sono già conosciute, ma la presenza di Baba Sissoko e Gaia Mattiuzzi cambiano le nostre direzioni, le ampliano e mantengono l’idea di apertura del progetto». L’album emana in maniera continua un equilibrio tra primitivismo, dovuto all’intreccio percussivo che ne determina la principale caratteristica, e un aspetto di ricerca che va a stretto contatto con un modo di operare contemporaneo. Tra attaccamento alle radici e pensieri di futuro possibile, “Ancestral Ritual” si pone come episodio di singolare bellezza e di rinnovata unicità.
Immediata empatia
È il 25 marzo 2017 quando Odwalla sale sul palco del Teatro Giacosa di Ivrea, in occasione dell’Open Papyrus Jazz Festival d’Ivrea e Canavese, dopo che il pubblico ha apprezzato la performance del Devil Quartet capitanato da Paolo Fresu, e nei ricordi di Barbiero affiora come primo aspetto una sensazione di relax, dovuta, con tutta probabilità, alla piena consapevolezza dei propri mezzi: «È stata una serata molto intensa. Avevamo provato durante il soundcheck per pochi minuti. L’intesa con Baba Sissoko è stata pressoché immediata. C’era empatia, si intuiva che non ci sarebbero stati problemi, e in effetti così è stato». Percussioni, canto e danza (sul palco anche i danzatori Vincent Harisdò e Jean Landruphe Diiby) per un insieme di percezioni visive e d’ascolto che si è protratto per oltre un’ora. Ad aprire la scaletta il classico Il Cappellaio matto, che nei suoi quindici minuti determina un mondo dove convergono voci ancestrali, incastri ritmici, ipnotiche linee melodiche, euforici quanto calibrati movimenti d’insieme. Nel resto della scaletta marimba, gong, percussioni, djembè, vibrafono, batteria e altro ancora, arredano stanze timbriche dove convergono e si ibridano sensazioni e “colori” capaci di innescare processi di feconda creatività.

Tradizione, dinamismo
Con il passare del tempo gli aspetti estetici di Odwalla, grazie alla sedimentazione di nuove esperienze e acquisendo nuove screziature, continuano a trasformarsi. Di recente, è stato il giornalista e critico musicale Davide Ielmini a condurci, nel suo saggio “Tempus Fugit” dedicato all’ensemble di Barbiero, verso una definizione dalla credibile messa a fuoco, affermando che: «Odwalla non si libera da ciò che ha appreso, ma lo rielabora secondo la preziosa lezione del Novecento: superare la tradizione, seppur attraverso la sua deformazione, per trasmetterle un valore che non deve essere assoluto, ma dinamico». Se “Ancestral Ritual” potrà essere un punto di arrivo o di partenza verso nuove traiettorie ce lo dirà la storia, per ora ci atteniamo a una cronaca che racconta di una realtà unica nel suo genere, capace di liberarsi da gabbie concettuali e tenersi a debita distanza dalla prevedibilità espressiva. In copertina “The Forest Of Memory” di Masahide Kudo.

Sul sito di Massimo Barbiero i crediti dell’album “Ancestral Ritual”

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